Caserma Vittorio Emanuele III

LA CASERMA VITTORIO EMANUELE III

La caserma di Via Rossetti 76 a Trieste fu sede di diversi reparti militari, la maggior parte di fanteria, l’ultimo in ordine di tempo il 1° “San Giusto” si estende su 9 ettari, si articola su da quattro palazzi principali, una palazzina “corpo di guardia” la palazzina Comando e ancora nella parte alta, una palazzina, una scuderia/autorimessa, un’aula polifunzionale, officine e deposito carburanti e una cappella. Riusciva ad ospitare fino a 5 mila militari.

1870 - 1876

Già in questo periodo prende corpo l’idea di ampliare l’acquartieramento dei reparti militari nella città di Trieste in modo da aumentare la presenza delle truppe austriache e migliorare le condizioni di vita.
È desiderio dell’Imperatore d’Austria, infatti, di portare il Presidio da 5 a 6 battaglioni. Il Comune di Trieste aderisce all’ iniziativa e propone una trattativa per la cessione di due aree idonee allo scopo, una delle quali è chiamata Rozzol denominata Wildi parallela alla via Rossetti . Però il progetto rimane tale senza alcuna soluzione sia per il Comune che per l’Amministrazione Asburgica.

1902 - 1918

Il 25 ottobre 1902 il progetto, pur latendo per un certo periodo, prende corpo ed il Comune approva e acquista il fondo Wildi – dal nome di Hans Wildi) – (comprendente il terreno di Chiadino e di Rozzol) con la clausola che la transazione fosse vincolata alla vendita delle due grandi caserme in centro città allo scopo di destinare ad uso civile e urbanizzate dal Comune.

La definizione della cessione delle caserme e dell’acquisto dei nuovi terreni comportò una lunga trattativa che vide coinvolto anche il Comando del 3 Corpo d’Armata Austriaco di Graz.

Nel 1912 il progetto prende finalmente avvio ed i lavori di costruzione delle caserme iniziarono. La spesa da sostenere stimata inizialmente in circa 6.000.000 di corone fu di 7.680.000 corone, prezzo molto favorevole rispetto al prezzo corrente di circa 9,000,000 di corone. Purtroppo i lavori, già avviati, per lungaggini e a causa della 1a Guerra Mondiale, furono sospesi.

1920 - 1926

Dopo l’annessione di Trieste all’Italia, i lavori furono ripresi a cura del Ministero della Guerra che attraverso il Comando del 3° Corpo d’Armata e la Sottodirezione del Genio Militare definì con il Commissariato Straordinario di Trieste la trattativa dell’acquisto e della cessione per quanto era già stato speso. Nel frattempo alcune palazzine erano state occupate dalla Regia Guardia.

Per lungaggini burocratiche ed il prolungamento dei lavori il Comune di Trieste il 30 novembre 1924 decise che le nuove caserme dovevano essere cedute per un totale di 7.000.000 di lire e i lavori di finitura dovevano essere a carico dell’Amministrazione Militare.

Finalmente nel 1925 le caserme di via Rossetti vengono completate e consegnate. L’ inaugurazione avvenne l’anno successivo in presenza di S.M. il Re Vittorio Emanuele III da cui deriva la denominazione attuale della Caserma.

1926 - 1994

Al termine della seconda Guerra Mondiale, la caserma di via Rossetti divenne nel decennio 1944-1954, il centro di raccolta delle varie forze armate che, di volta in volta, esercitarono la propria influenza sui destini della città giuliana.

Reparti della Guardia Nazionale repubblicana della RSI, reparti dell’esercito tedesco, del IX Corpus Jugoslavo e della fanteria inglese passarono quasi senza lasciare traccia, per le monumentali palazzine già occupate da prestigiosi reggimenti italiani.

Nell’autunno 1943 divenne il principale campo di internamento per militari italiani rastrellati dai tedeschi nella Venezia Giulia, con la denominazione di kgl 339. Poi dagli inizi 1944 all’aprile 1945 fu intitolata caserma Ettore Muti.

Nel giugno 1945, la Guardia del Popolo, che era stata costituita dall’amministrazione jugoslava, ed era una milizia politica, venne sciolta dal GMA dopo il passaggio dei poteri, e consegnò le armi proprio nella caserma all’epoca intitolata a “Ettore Muti”.

Alla fine della guerra una parte era occupata dalla Guardia Civica ed un’altra dalla Milizia.

Venne poi il turno dei reggimenti 151° e 152° della Sassari , reggimento che dal 1926 fino al 1943 legò la sua vita a Trieste, ritornando ancora dal 1962 al 1975, in affiancamento al Piemonte Cavalleria – che dal 1955 al 1962 occupò quella sede.

“Sa Vida Pro Sa Patria” e “Forza Paris” i due moti del Sassari sono scritti dappertutto nella Caserma e i quattro mori bendati – simbolo della Sardegna-troneggiano nel salone delle feste. Presenti anche i ricordi dell’11° e 12° reggimento Fanteria dei “Gialli” della Brigata Casale che dal 1926 al 1938 rimasero in questo edificio. Ne è testimonianza il monumento dedicato alla “Casale” che spicca tra i due piloni dell’alzabandiera e che fu completato il 18 settembre 1960.

L’ampiezza della caserma, probabilmente una tra le più grandi d’Italia, si può notare dall’ampia piazza d’Armi delimitata, ai lati, da quattro palazzine. Il corpo di guardia, la palazzina Comando sono all’entrata, mentre, nella parte alta, un quinto palazzo, una scuderia e l’aula polifunzionale completano la topografia. E’ lo scenario nel quale dall’ottobre 1975, si è svolta la vita del 1° Btg/Rgt Motorizzato San Giusto .

Giovani di tutto il Paese, vennero chiamati a scrivere nuove pagine della secolare storia delle Cravatte Rosse; infatti, la trasformazione ad unità addestrativa valorizzò vieppiù la bella sede della Caserma che consentì di essere conosciuta soprattutto al momento della cerimonia del giuramento, dai genitori, parenti ed amici dei militari.

Il destino della struttura, dopo l’ultimo ammaina bandiera del 2008, sembra essere destinato a restare “a servizio” della città di Trieste. Con le sue potenzialità potrà essere messa nuovamente a servizio della cittadinanza come “contenitore” di pubblici uffici, campus scolastico e universitario, impianti sportivi, laboratori e zone multidisciplinari.
Bibliografia: testo e foto tratti da “Storia delle Cravatte Rosse del 1° Reggimento fanteria “San Giusto”

Foto della caserma Vittorio Emanuele III dell'area esterna, palazzine ed interni (coll. Generale Stocca)

Plastico realizzato da militari in servizio al "San Giusto" come indicato dalla targa; riproduce fedelmente l'area della caserma Vittorio Emanuele III.
Il plastico è esposto nell'atrio della "Casa del Combattente" a Trieste, dove ha sede la Sezione provinciale del Fante di Trieste e altre Associazioni d'Arma e la federazione Grigioverde.

Queste sono alcune foto storiche della Caserma Vittorio Emanuele III in Via Rossetti a Trieste, provenienti dalla collezione del Generale Paolo Stocca. Sono immagini che risalgono agli anni ’60. La particolarità di queste immagini sta anche nella loro riproduzione. Si tratta infatti di lastre fotografiche. La lastra fotografica o più modernamente la pellicola piana, è un supporto fotografico per fotocamere di grande formato, utilizzato per la ripresa di immagini statiche. Erano di gran lunga superiori alla pellicola per l’immagine di qualità di ricerca perché erano stabili e avevano meno probabilità di piegarsi o distorcersi, soprattutto nei fotogrammi di grande formato per l’immagine ad ampio campo. Insomma foto che rappresentano pezzi di storia sotto vari aspetti. Ringraziamo il generale Stocca per la donazione.
Privacy Policy Cookie Policy (UE) | Copyright © 2025 Assofantetrieste.it Inspiro Theme di WPZOOM