I COMANDANTI
La storia di un’istituzione si misura non solo dai secoli che attraversa, ma anche dai volti e dalle vite che hanno lasciato il segno su di essa. E così, il lungo elenco di nomi che si dipana attraverso quasi quattrocento anni diventa una galleria di protagonisti, ciascuno con il proprio tempo e la propria eredità.
Nel lontano 1624, fu il Marchese Trivier de Fleury a inaugurare questa gloriosa tradizione. Uomo di fine intelletto e diplomazia, governò con saggezza nei primi turbolenti anni del Seicento. Dopo di lui, Francesco di Mesmes, Signore di Marolles, prese le redini nel 1630, portando una visione più strategica nei decenni segnati da guerre e rivolte.
Quando il comando passò al Commendatore Pietro Millet de Challes nel 1650, l’istituzione conobbe una nuova era di consolidamento, ma fu con il Marchese Don Sigismondo d’Este, a partire dal 1670, che lo splendore aristocratico raggiunse il culmine. Figura carismatica e amante delle arti, Sigismondo trasformò l’incarico in un baluardo di eleganza e prestigio.
Il XVIII secolo portò con sé venti di cambiamento. Dopo il Marchese Giuseppe Cesare Grimaldi di Boglio (1684-1691) e il Conte Francesco Provana di Loyni e Frossasco (1691-1700), arrivò il Cavaliere Claudio di Corbeau di Vaul Serre, che guidò l’istituzione fino al 1711, un periodo caratterizzato da trasformazioni politiche e sociali. A seguire, il Marchese Vittorio Amedeo Seyssel d’Aix e di Gonaz si distinse come un abile riformatore, rimanendo in carica fino al 1730.
Fu in questo periodo che si susseguirono figure di spicco come il Cavaliere Giuseppe di Chermont, il Barone Carlo Filippo du Verger e il Conte Giano Bellagarde d’Entremont, che portarono avanti un’eredità sempre più intrecciata con i destini del regno.
Con l’arrivo dell’Ottocento, le tumultuose rivoluzioni e le guerre di indipendenza iniziarono a influenzare profondamente l’istituzione. S.A.R. Vittorio Emanuele, Duca di Savoia, ricoprì un ruolo cruciale nel breve periodo 1839-1842, incastonando la sua figura nella memoria collettiva come un simbolo di transizione e rinnovamento.
Man mano che si avvicinava il Novecento, la trasformazione da una gestione nobiliare a una sempre più militarizzata divenne evidente. Il Cavaliere Colonnello Francesco Luigi Pierrer segnò un momento di svolta durante il periodo 1851-1859, seguito da una successione di ufficiali militari che condussero l’istituzione attraverso le sfide della modernità.
Il XX secolo, con i suoi conflitti mondiali, vide uomini come il Colonnello Enrico Giorgetti (1938-1941) e il Colonnello Giuseppe Angelini (1941-1943) guidare l’istituzione in momenti di estrema difficoltà. Tra gli anni 1970 e 1980, il testimone passò tra Tenenti Colonnelli come Federico Ruggero e Giuseppe Cestari, le cui storie intrecciarono l’esperienza militare con le esigenze di un mondo sempre più complesso.
E infine, l’era moderna vide figure come il Colonnello Antonino Imbalzano, che a partire dal 2006 raccolse l’eredità di secoli di storia, custodendola e preparandola per le sfide del futuro.
Ogni nome in questo lungo elenco è più di una semplice menzione: è una storia, un’epoca, una testimonianza. Attraverso guerre, rivoluzioni e riforme, questa istituzione ha continuato a risplendere, riflettendo nei suoi custodi la forza e la resilienza di un tempo che non si ferma mai.
